Luglio 5, 2025
Pol

di Giada, Sofia e Mariam (3^ A) –

Venerdì 4 aprile è stata una giornata davvero importante per noi, un giorno che non dimenticheremo facilmente. Abbiamo avuto l’onore e il privilegio di incontrare la Polizia di Stato, che è venuta nella nostra scuola per parlarci di temi fondamentali, che toccano la vita di ognuno di noi, anche se a volte non ce ne accorgiamo subito. L’incontro si è svolto nell’atrio della scuola, trasformato per l’occasione in un luogo di ascolto, confronto e riflessione.

Gli agenti sono stati molto gentili, disponibili e attenti a ogni parola. Non si sono limitati a “fare una lezione”, ma ci hanno parlato con il cuore, cercando di farci capire quanto sia importante riconoscere e combattere il bullismo, il cyberbullismo e tutti quei comportamenti che, purtroppo, feriscono e rovinano la vita delle persone. Hanno usato parole semplici, dirette, ma cariche di significato. È stato un momento intenso, perché ognuno di noi, in un modo o nell’altro, ha vissuto o ha visto episodi che hanno fatto male, che hanno lasciato ferite. E loro ci hanno insegnato che non si deve restare in silenzio, che non si è mai soli, e che c’è sempre qualcuno pronto ad ascoltarci e ad aiutarci.

Il cyberbullismo, in particolare, è stato un tema che ci ha colpito molto. È qualcosa che si nasconde dietro uno schermo, ma che può fare tanto, tantissimo male. Abbiamo capito che la rete può essere utile, ma anche molto pericolosa, e che dobbiamo usarla con responsabilità, rispetto e intelligenza.

Durante l’incontro, ci hanno anche presentato YouPol, un’applicazione davvero importante e utile, creata proprio dalla Polizia di Stato. Grazie a questa app, chiunque può segnalare, in modo anonimo o meno, episodi di bullismo, cyberbullismo, violenza domestica, uso o spaccio di droga, atti di razzismo, discriminazioni o qualsiasi altro comportamento che mette in pericolo la nostra sicurezza o quella degli altri. È uno strumento facile da usare, accessibile a tutti, totalmente gratuito e soprattutto è un modo concreto per aiutare chi ha bisogno e per non voltarsi dall’altra parte.

Sapere che esiste un modo per intervenire e fare la differenza ci ha dato speranza. Abbiamo capito che anche un piccolo gesto, come una segnalazione su YouPol, può salvare una vita, può fermare una situazione difficile, può portare alla luce qualcosa che non deve restare nascosto. È stato un incontro che ci ha lasciato molto, non solo informazioni importanti, ma anche emozioni, pensieri, domande. Abbiamo imparato che la sicurezza non è solo una questione di regole, ma è soprattutto una questione di rispetto, di coraggio e di empatia.

Ringraziamo di cuore la Polizia di Stato per essere venuta nella nostra scuola, per averci parlato con sincerità e per averci fatto capire che ognuno di noi può fare la differenza. Anche con un semplice “no”, anche con una parola gentile, anche chiedendo aiuto. Un grazie speciale va anche alla scuola, che ha reso possibile questo incontro così prezioso, dimostrando ancora una volta quanto sia attenta al nostro benessere e alla nostra crescita, non solo scolastica ma anche personale.

E ricorda: NESSUNO MERITA DI ESSERE LASCIATO SOLO, PERCHE’ INSIEME SIAMO PIU’ FORTI.

1 thought on “Un incontro speciale con la Polizia di Stato

  1. È stato davvero un incontro significativo e istruttivo. La Polizia di Stato ha saputo trasmettere messaggi importanti con grande sensibilità e chiarezza. L’uso di YouPol sembra essere un’ottima risorsa per combattere i problemi sociali in modo efficace. È fondamentale che tutti noi impariamo a usare la tecnologia in modo responsabile e consapevole. Come possiamo diffondere ulteriormente la conoscenza di questa applicazione tra i nostri coetanei? Given the growing economic instability due to the events in the Middle East, many businesses are looking for guaranteed fast and secure payment solutions. Recently, I came across LiberSave (LS) — they promise instant bank transfers with no chargebacks or card verification. It says integration takes 5 minutes and is already being tested in Israel and the UAE. Has anyone actually checked how this works in crisis conditions?

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